Tra chi ne ha già sentito parlare e chi no, tra chi ne conosce la funzione e chi pensa che sia altro (per esempio, terapia di coppia), tra chi la ritiene utile e chi meno, sulla mediazione familiare si è detto e si continua a dire un po’ di tutto. La cosa certa è che, a oltre trent’anni dal suo primo approdo in Italia, su tale professione regna ancora una grande confusione. Ecco allora una metafora per spiegarla in maniera semplice. Continua a leggere
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Lasciare o essere lasciati, le differenze emotive nella separazione
All’inizio del processo di separazione i sentimenti sperimentati all’interno della coppia sono intensi. Amore e disamore, delusione, tristezza, incredulità e impotenza sono quelli che generalmente accompagnano i partner, seppure con una diversa collocazione temporale. Nella maggior parte dei casi uno dei due ha raggiunto un certo livello di disinteresse ed è già orientato al futuro, mentre l’altro vive una fase depressiva o una condizione di rabbia, mista a frustrazione, ed è letteralmente sospeso nel qui e ora. È quindi evidente che la percezione della perdita di chi lascia e di chi è lasciato è del tutto differente. Continua a leggere
Il mediatore familiare tra imparzialità e sostegno del legame
Neutralità, equidistanza, equivicinanza: da sempre questi termini sono utilizzati per indicare il tratto distintivo del mediatore familiare. Già nel 1995, la SIMeF parlava infatti di “terzo neutrale”. Neutralità – dal latino neutralem – indica né l’uno né l’altro, ovvero che non si dichiara per alcuna parte. Attualmente, per indicare l’attitudine del mediatore, si utilizzano maggiormente i termini “equidistanza” o “equivicinanza”, dove “equi” – dal latino aequus – indica “uguale”. Uguale distanza, uguale vicinanza. Ma cosa significa precisamente? Continua a leggere
L’empatia, un ponte tra mediatore familiare e clienti
Il termine “empatia” ha acquisito nel tempo un’ampia gamma di significati, benché stia generalmente a indicare “la capacità di entrare all’interno dell’esperienza dell’altro”. Molti autori vi hanno attribuito accezioni diverse, definendola di volta in volta in base al loro modo di vederla e viverla. Solo per citarne alcuni, Rollo May la descrive come “uno stato d’identificazione nel quale ci sentiamo dentro l’altro in maniera così piena da perdere momentaneamente la nostra identità”; Lipps ne parla invece come di un “sentirsi in sintonia con l’oggetto”, sostenendo, in una concezione più specificamente psicologica, che “l’empatia è una partecipazione interiore alle esperienze vissute dagli altri”. Ma di cosa si tratta esattamente? Continua a leggere
Gruppi di parola, uno spazio per le emozioni
Quando si affronta una separazione, tutti i soggetti coinvolti si trovano a vivere emozioni spesso sconosciute. La maggior parte di esse trova modo di esprimersi all’interno del setting di mediazione familiare. Per molte altre, però, questo contesto non sarà sufficiente e se ne dovrà pertanto creare uno nuovo, confezionato ad hoc. Continua a leggere
Identikit del mediatore familiare
Gli addetti ai lavori conoscono bene la figura del mediatore familiare. Dal lontano 1987, quando fu per la prima volta presentata all’Italia, se n’è fatto un gran parlare. Ciononostante, a tutt’oggi, la maggior parte degli utenti ne sa poco, se non addirittura nulla. Continua a leggere