La rivalutazione dell’assegno di mantenimento

L’assegno di mantenimento è senza dubbio uno dei temi caldi della separazione. La rete pullula di contributi al riguardo. Così molti di noi hanno imparato a conoscerne i criteri di previsione, determinazione e corresponsione, esaurendo le domande sull’argomento. Quando però si parla di rivalutazione, i dubbi non mancano.

Facciamo chiarezza, dando qualche risposta.

COS’È LA RIVALUTAZIONE DELL’ASSEGNO DI MANTENIMENTO

La rivalutazione dell’assegno di mantenimento è un adeguamento dell’importo mensile, disposto a favore dei figli e/o del coniuge, che ha lo scopo di preservare il potere di acquisto dei beneficiari dall’inevitabile svalutazione monetaria che il relativo importo subisce nel tempo per effetto dell’inflazione.

QUANDO È DOVUTA

La rivalutazione dell’assegno di mantenimento è obbligatoria per legge, pertanto è sempre dovuta. L’adeguamento deve essere operato annualmente con riferimento al mese indicato dal provvedimento del tribunale. In mancanza il riferimento diventa il mese in cui quest’ultimo risulta pubblicato. Se l’obbligato non ottempera, è possibile ottenere il pagamento delle somme non versate negli ultimi cinque anni attraverso la notifica di un precetto, senza la necessità di richiedere un adeguamento giudiziale dell’importo mensile. Occorre tuttavia ricordare che il precetto è un atto esecutivo che ha un costo. Prima di attivarsi in tal senso è quindi opportuno valutarne la convenienza rispetto non solo all’entità del credito, ma anche alla solvibilità dell’obbligato.

COME SI CALCOLA

Il dato di partenza per poter calcolare la rivalutazione dell’assegno di mantenimento è l’indice dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (FOI), periodicamente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e sempre reperibile presso i Centri d’Informazione Statistica (CIS) dislocati sul territorio nazionale.

Il metodo semplice suggerisce l’uso Rivaluta, il servizio gratuito online che l’Istat mette a disposizione per il calcolo delle variazioni percentuali tra gli indici maggiormente utilizzati e per il rilascio della relativa documentazione.

Personalmente consiglio il metodo analitico, un po’ più impegnativo, ma molto meno contestabile, dal momento che gli indici pubblicati nella sezione “Variazioni percentuali medie annue dell’anno indicato rispetto all’anno precedente” delle Tavole per le rivalutazioni monetarie dell’Istat sono totalmente verificabili.

In entrambi i casi si tenga presente che la pubblicazione degli indici FOI non avviene mai in tempo reale, ma con un ritardo fisiologico di uno o due mesi. Di conseguenza anche la rivalutazione dell’assegno di mantenimento slitta.

Facciamo l’esempio di un genitore separatosi a marzo 2017 e divorziato a ottobre 2019 con l’obbligo di corrispondere a favore dei figli un importo mensile di 1.000,00 euro:

  • calcolo della rivalutazione dell’assegno di mantenimento da marzo 2018 a febbraio 2019: 1.000,00 euro (importo base) + 0,7% (indice FOI di marzo 2018) = 1.007,00 euro (importo rivalutato);
  • calcolo della rivalutazione dell’assegno di mantenimento da marzo 2019 a settembre 2019: 1.007,00 euro (importo base) + 0,8% (indice FOI di marzo 2019) = 1.015,06 euro (importo rivalutato);
  • calcolo della rivalutazione dell’assegno di mantenimento da ottobre 2019 a settembre 2020: 1.015,06 euro (importo base) + 0,0% (indice FOI di ottobre 2019) = 1.015,06 euro (importo rivalutato).
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Informazioni su Fabrizio Dell'Anna

Milanese, classe 1974, divorziato con un figlio. Sono fondatore e direttore commerciale dell'Agenzia Italiana Genitori Separati. Dal 2006 mi occupo con impegno e passione di crisi di famiglia, fornendo agli adulti in fase di separazione tutti gli strumenti necessari per garantire ai minori la possibilità di mantenere legami affettivi con entrambe le figure genitoriali. Ne parlo, ne scrivo, ci lavoro. Ogni giorno. Chi mi ha incrociato sulla propria strada, di me ha imparato tre cose fondamentali: non faccio miracoli, ascolto con attenzione e agisco con prudenza. Tra i fallimenti della mia professione riconosco, al pari del noto avvocato matrimonialista Cesare Rimini, «il dolore dell'impotenza nel vedere due persone incapaci di affrontare una separazione e con il solo desiderio di nuocersi». Per questo, da sempre, mi batto per la diffusione di una cultura evolutiva e non distruttiva del conflitto familiare.