La separazione dei genitori può avere effetti opposti sui figli: a volte può essere “liberatoria”, altre scatenare paure angoscianti quali quella di essere abbandonati, di non sentirsi più protetti o di non vedere più il genitore che va via di casa. In questa seconda ipotesi risparmiare loro la sofferenza è pressoché impossibile. Si può tuttavia aiutarli a renderla “sana”, mettendo in pratica alcuni semplici accorgimenti.
Vediamoli insieme, cercando di sviscerarli nella loro complessità.
1. COMUNICARE INSIEME LA SEPARAZIONE
Non è infrequente che, dopo la separazione dei genitori, i figli manifestino il loro disagio attraverso disturbi psicosomatici (coliche idiopatiche, emicrania, insonnia, ecc.) e/o del comportamento (aggressività, rabbia, oppositività, ecc.). È allora importante che mamma e papà prestino la massima attenzione alla modalità di comunicazione della loro decisione, privilegiando, se possibile, quella congiunta e spiegando ai figli che la separazione non è colpa loro. Ricordiamoci che parlarne è il modo migliore per aiutarli a comprendere e gestire i sentimenti.
2. NON ALIMENTARE FALSE ASPETTATIVE
Il desiderio dei figli che i genitori si riconcilino è del tutto normale. È tuttavia opportuno chiarire loro in modo inequivoco che la decisione è definitiva, evitando di alimentare false aspettative che sarebbero solo fonte di ulteriore delusione.
3. PRESERVARE LA LORO IDENTITÀ
In un momento di rottura così violento, qual è quello della separazione dei genitori, i figli hanno bisogno di continuità. Affetti, abitudini, rapporti con l’esterno: tutto ciò che consente loro di conservare la consapevolezza di sé va assolutamente preservato.
4. TUTELARE IL LORO DIRITTO ALLA BIGENITORIALITÀ
È essenziale che, pur nel conflitto, i figli siano messi in condizione di nutrire affetto per entrambi i genitori e riescano a interiorizzare un’immagine corretta della coppia genitoriale. A tal fine possono tornare utili le seguenti indicazioni:
- assicurare legami affettivi stabili: anche se non fanno più parte della stessa coppia, i genitori (in particolare quello non collocatario) hanno l’obbligo di restare tali, sforzandosi di mantenere una presenza costante nella vita dei figli;
- continuare a condividere la responsabilità genitoriale: la differenza tra l’essere coppia genitoriale e coppia coniugale è che l’una, diversamente dall’altra, è condizione irreversibile e assoluta. Ciò implica la responsabilità in capo ai genitori di continuare a farsi carico delle esigenze e dei bisogni dei figli, garantendo loro una zona di tregua in cui poter vivere serenamente e in modo equilibrato la condizione di bambini. In tal senso è indispensabile che mamma e papà mantengano un dialogo non condizionato da campagne di discredito e/o denigrazione, evitando di prendere decisioni importanti che li riguardano (salute, scuola, tempo libero, ecc.) senza consultarsi e accordarsi reciprocamente;
- conservare (e rafforzare) la coesione nell’azione educativa: se è vero che in quasi tutte le famiglie i figli cercano di scalfire la compattezza della coppia genitoriale, a maggior ragione lo è quando percepiscono di poter trarre un vantaggio personale, approfittando del conflitto tra mamma e papà. È quindi fondamentale che, al di là degli interessi individuali, i genitori conservino (e rafforzino) la loro coesione, cioè la capacità d’individuare insieme alcune regole e porle con convinzione. A volte, purtroppo, basta uno sguardo fuori posto o una frase contraddittoria per svuotare la regola del suo valore e comunicare al bambino che questa è in qualche modo aggirabile.
5. MAI “SOSTITUIRE” MAMMA E PAPÀ
Ogni bambino ha una mamma e un papà che riconosce non solo come modello genitoriale, ma anche come base sicura a cui poter tornare ogniqualvolta ne abbia bisogno. È pertanto inutile, e nella maggior parte dei casi controproducente, candidare il nuovo partner a un ruolo, quello di “genitore sostitutivo”, che non gli appartiene.